martedì 1 gennaio 2013

il cielo sopra il torrino



Il Torrino è un quartiere a sud di Roma, subito sotto l'EUR. È una zona per lo più residenziale con la presenza a macchia di leopardo di alcune sedi di grandi aziende e uffici pubblici. C'è ancora molto verde anche se piange il cuore a vedere lo stato di abbandono in cui versa. Ma quello che più rimane impresso è il cielo. Le mille versioni di cielo che ogni mattina mi sono trovato davanti agli occhi in questo ultimo anno uscendo dalla stazione di Tor di Valle.

Mille colori, mille sfumature di ciascun colore, combinazioni di nuvole e nuvole e nuvole e sole, nuvole e pioggia, nuvole e sole e pioggia e nuvole e cielo. Come un dipinto ad acquerello in cui ogni elemento si confonde e fonde dentro l'altro. In qualsiasi stagione dell'anno, in ogni mese di ciascuna stagione, in un giorno qualsiasi di ogni mese di questa frequentazione quotidiana, davanti agli occhi mi si è presentato uno scenario diverso che rendeva meno pesante l'attesa di un autobus che non passava mai. E quelle rare volte che capitava che non dovessi aspettare, un po' mi dispiaceva non rimanere lì a fotografare con i miei occhi quel cielo, ad imprimere nella mia mente istantanee di quelle nuvole che sovrastavano la selvatica campagna del piazzale Ezio Tarantelli. Un paio di grandi cartelloni pubblicitari completavano il disegno visionario e neorealista che mi si offriva agli occhi ancora strabuzzati dal sonno di una levata prematura, in quello stato di semi coscienza che intercorre tra il caffellatte preso prima di uscire di casa e il caffè al bar che segna l'inizio della giornata lavorativa.

È il racconto di un pezzo di Roma che è Roma ma potrebbe essere un qualsiasi posto in cui l'uomo ha innestato nella natura un tocco di anonimato. Un "non luogo" che trova la sua essenza nell'alienazione in una dimensione metafisica in cui realtà e pensieri si muovono come le nuvole, veloci o lente a seconda del vento, e si confondono come l'acqua nell'acqua, non si capisce bene se in modo consistente o come frutto di un'elaborazione della mente.

domenica 18 dicembre 2011

io non brillo da solo

Due luci intermittenti danno l'impressione che la luce passi da una all'altra, la sensazione del movimento. Una si spegne, l'altra si accende, si passano il testimone. Non c'è mai buio.
Una sola luce che si accende e si spegne segnala che manca qualcosa/qualcuno. È come se si perdesse nel buio ché non c'è nessuno a raccoglierla. Segnala allarme. E che stai in bolletta.

due righe

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martedì 14 giugno 2011

discorso agli ateniesi (pericle 461 a.c.)

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo
viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro
dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di
altri,chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una
ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non
siamo sospettosi l’uno dell’altro
e non infastidiamo mai il nostro
prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia
siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle
proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici
affari per risolvere le sue questioni private.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato
anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo
proteggere coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che
risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è
buon senso.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo,
ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una
politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della
democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà
sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni
ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso,
la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la
nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero
.

Qui ad Atene noi facciamo così

domenica 3 aprile 2011

varie ed eventuali

È sempre l'ultimo punto di qualsiasi ordine del giorno, quello che si inserisce per essere sicuri che si possa parlare di tutto. Anche delle cose serie.

sabato 27 novembre 2010

bic

Continuò a scrivere nonostante l'inchiostro della penna fosse finito. Sul foglio solo l'incisione della sfera della sua BIC. Non soddisfatto decise di bruciare la sua composizione. Con un accendino BIC. Finì in bagno a tagliarsi la sua vena poetica con un rasoio. BIC.

martedì 5 ottobre 2010

banalità

Il nero sfina; Paolo Romani è il nuovo Ministro dello Sviluppo Economico; i giovani sono il nostro futuro; le barzellette di Berlusconi fanno ridere; donna baffuta sempre piaciuta; il PD è un partito.