sabato 21 novembre 2009

Cosa farò da grande?

Cher Petit Prince,
tra un anno esatto avrò superato di una settimana il mio trentesimo anno su questo pianeta. Ho sempre considerato i 30 anni come lo spartiacque tra il me ragazzo e il me adulto ed adesso che questo momento si sta avvicinando, sento come sempre più impellente la domanda che tutti ti iniziano a fare da quando hai più o meno 10 anni: cosa farai da grande? Chissà poi perché queste cose le vengo a raccontare a te che hai fatto del tuo essere bambino la tua forza, quella che ti ha permesso di guardare il mondo senza tutte quelle sovrastrutture, o altrimenti dette impalcature, che ci fanno credere di essere più in alto degli altri ed estranei al contesto e che quindi sentire autorizzati a giudicare tutto ciò che ci circonda in nome di non si sa quale autorità.
Comunque, tornando a noi, la domanda "Cosa farai da grande?" perseguita ogni uomo fino a quando questo non diventa davvero adulto. E questo accade quando si dimentica dell'importanza di trovare la risposta. Quindi io sono ben lungi dal diventare un adulto... Che poi non è neanche detto che uno ci diventi mai adulto. La chiamano sindrome di Peter Pan e pare che ci sia un sacco di gente che ne sia affetta.
In realtà credo che la situazione sia più complessa, che ci sia una parte di me che è già adulta ed una che è rimasta ancora bambina. Non manca poi la parte adolescente e quella anziana. Insomma penso che lo status di maturità di un uomo si misuri da quanto ciascuna di queste parti pesi rispetto alle altre. Che quella di bambino sono convinto che debba sempre restare che serve a vedere le cose per come sono; che quella di adolescente a credere che si può ancora cambiare qualcosa sognandolo; che quella adulta a concretizzare quel sogno; che quella anziana, sembra paradossale ma è così, a ritornare con i piedi sulla terra, possibilmente non sotto, arteriosclerosi permettendo. Qualcuno che conosco non condividerebbe questo mio frazionare la realtà, direbbe che essa è una ed uno non può essere contemporaneamente bambino ed adulto, anziano e adolescente. E mi domando se abbia ragione lui. Io mica sono più tanto sicuro che tra un anno avrò smesso di chiedermi cosa farò da grande.

Nessun commento:

Posta un commento